PREFAZIONE

di Marvin Minsky

Engines of Creation (Motori della creazione) di K. Eric Drexler è un libro enormemente originale sulle conseguenze delle nuove tecnologie. E' ambizioso e ricco di immaginazione e, cosa più importante, le idee sono tecnicamente fondate.

Ma come è possibile predire dove ci porteranno la scienza e la tecnologia? Non è strano che i tentativi meglio riusciti siano stati quelli di scrittori di fantascienza come Jules Verne e H. G. Wells, Frederik Pohl, Robert Heinlein, Isaac Asimov, e Arthur C. Clarke, benché molti scienziati e tecnici ci abbiano provato? Certo, alcuni di questi scrittori avevano una grande conoscenza della scienza del loro tempo; ma forse il motivo principale del loro successo fu dovuto all'interesse che avevano anche per le pressioni a cui sarebbero state sottoposte le loro società e le scelte a cui sarebbero state costrette.

Come Clarke stesso ha sottolineato, è virtualmente impossibile predire nei dettagli le tecnologie future per poco più di mezzo secolo a venire, e quali alternative diventeranno tecnicamente fattibili su un intervallo di tempo ancora più lungo: semplicemente perché se si potessero prevedere con chiarezza, si potrebbero realizzare in molto meno tempo. Un secondo problema è dato dalla pari difficoltà di ipotizzare le caratteristiche dei cambiamenti sociali che potranno intervenire. A causa di questa incertezza, guardare al futuro è come costruire una torre di ragionamenti molto alta e sottile. E tutti sappiamo che tali costruzioni sono poco affidabili.

Come potremmo costruirne una più sicura? Primo, le fondamenta devono essere molto solide - e Drexler ha costruito sulle più consolidate delle attuali conoscenze tecniche. Inoltre, bisogna sostenere ogni passo importante in molti modi diversi, prima di fare il successivo, poiché nessuna ragione singola può essere abbastanza forte da reggere così tante incertezze; e questo è quanto fa infatti Drexler. Infine, in questi casi non è mai abbastanza sicuro affidarsi interamente ai propri giudizi, in quanto ognuno di noi ha desideri e paure che condizionano il nostro pensiero - che lo sappia o no. Tuttavia, diversamente da molti iconoclasti, Drexler ha esposto apertamente e con coraggio le sue idee sia agli scettici più conservatori che ai sognatori più sfrenati tra le serie comunità scientifiche, come quella raccolta intorno al MIT; riflettendo con attenzione sul punto di vista dei colleghi e per questo cambiando talvolta opinione.

Engines of Creation parte dall'intuizione che quello che possiamo fare dipende da ciò che possiamo costruire. Questo porta ad una meticolosa analisi delle modalità di posizionare gli atomi. Quindi Drexler si chiede: "Cosa potremmo costruire con questi meccanismi di posizionamento ?". Prima di tutto si potranno produrre macchine assemblatrici molto più piccole persino delle cellule viventi, e materiali più forti e leggeri di quelli oggi disponibili. Quindi, migliori astronavi; quindi, minuscoli dispositivi che potranno viaggiare attraverso i capillari, entrare nelle cellule e ripararle. Da cui, la capacità di guarire le malattie, annullare i danni prodotti dal tempo, o rendere i nostri corpi più veloci o più forti di prima. E potremmo costruire macchine delle dimensioni di un virus, in grado di lavorare a velocità inimmaginabili.

E poi, quando sapremo come fare, avremmo la possibilità di riunire questa miriade di minuscole parti in macchine intelligenti, basate magari su trilioni di dispositivi nanoscopici che opereranno in parallelo, producendo delle descrizioni, confrontandole a dei modelli registrati e sfruttando la storia di tutti gli esperimenti precedenti; queste nuove tecnologie potrebbero cambiare non solo i mezzi e i materiali che utilizziamo per modellare il nostro ambiente fisico, ma anche gli obiettivi che saremo in grado di perseguire all'interno di qualsiasi tipo di mondo costruiremo.

Ritornando al problema di Arthur C. Clarke del prevedere un arco di tempo superiore ai cinquanta anni, è chiaro che gli argomenti che tratta Drexler rendono la questione alquanto discutibile, perché, una volta avviato il processo di assemblamento, i "soli cinquanta anni" potrebbero portare più cambiamenti di quanti ne sono avvenuti dalla fine del medioevo: infatti, secondo me, nonostante tutto quello che si dice riguardo alle moderne rivoluzioni tecnologiche, in realtà esse non hanno comportato grandi cambiamenti alla nostra vita, nell'ultimo mezzo secolo. La televisione ha veramente cambiato il mondo? Sicuramente meno di quanto ha fatto la radio, e meno ancora del telefono. E gli aerei? Hanno soltanto ridotto il tempo di viaggio da giorni ad ore - mentre la ferrovia e l'automobile avevano già portato un cambiamento più profondo, abbreviandolo da settimane a giorni! Ma Engines of Creation ci pone di fronte a cambiamenti veramente significativi; la nanotecnologia potrebbe avere più effetti sulla nostra esistenza materiale delle ultime due grandi invenzioni in questo campo - la sostituzione di pietre e legname con cemento e metallo, e l'uso dell'elettricità. Similmente, possiamo immaginare i possibili effetti dell'intelligenza artificiale su come pensiamo - e come potremo pensare - noi stessi, solo confrontandoli con l'invenzione del linguaggio e della scrittura.

Dovremo presto confrontarci con queste prospettive e possibilità; come ci dovremo comportare? Engines of Creation spiega come queste nuove alternative potrebbero essere indirizzate verso molte delle preoccupazioni umane più importanti: verso il benessere o la miseria, la salute o la malattia, la pace o la guerra. E Drexler non propone solo un semplice elenco di possibilità, ma una moltitudine di idee e proposte per poterle cominciare a valutare. Engines of Creation è il miglior tentativo fatto finora per prepararci a riflettere sul futuro del mondo nel caso il progresso tecnologico dovesse continuare.

MARVIN MINSKY
Donner Professor of Science
Massachusetts Institute of Technology